LA LIUTERIA NEL MEDIOEVO | ||||
STRUMENTI MUSICALI NEL XII SECOLO | ||||
LA CHITARRA CLASSICA | ||||
STRUMENTI
MUSICALI Durante l'invasione araba Ovvero: Dubbi e ricerche di un liutaio Linvasione
araba con il califfato Abbaside (750-850 ca) dilagò in Europa sino a conquistare le
città di Siviglia, Toledo, Tolosa, Lisbona e le isole del Mediterraneo, in particolare
Sicilia, Sardegna e Corsica. Nei secoli XII e XIII linfluenza araba fu determinante per la rinascita dellEuropa: essa portò la cultura filosofica assimilata dai greci, la matematica dagli indiani, larte da bizantini e cinesi e la poesia da persiani e indiani; portò inoltre alla realizzazione di mirabili opere architettoniche come la mezquita del Cristo de la Luz e la sinagoga di Maria la Blanca a Toledo, la mezquita a Cordoba ed il castello dellAlhambra con i giardini del Generalife a Granada. A partire dall XI secolo, dalle regioni settentrionali della penisola Iberica si
organizzarono le prime azioni militari contro gli arabi: gli eserciti dei Re Cattolici
delle Asturie, Leon, Aragona, Castiglia, Navarra e i conti di Barcellona diedero inizio
alla "Reconquista". E mentre la storia scriveva le sue pagine, la musica ebbe unimportante evoluzione in tutti i paesi dEuropa, grazie ai monaci nelle chiese, ai nobili nelle corti e al popolo, che, sui sagrati e per strade e piazze, spesso "usava" musiche sacre stravolgendone i testi e i ritmi. Oggi, la domanda che il musicista (ed il liutaio, di conseguenza) si deve porre è: Quali strumenti musicali vanno utilizzati (e quindi ricostruiti) per eseguire o accompagnare i brani e i canti dei pellegrini che si recavano alla Cattedrale di Santiago de Compostela o al Santuario di Montserrat, dal punto di vista di una ricerca filologica il più possibile fedele? Nel suddetto periodo storico furono realizzate moltissime raffigurazioni di strumenti musicali sia nelle sculture che nelle miniature, tanto che ancora oggi possiamo ammirare, in particolare, strumenti di sicura cultura europea raffigurati nella Cattedrale di Santiago de Compostela e nella Cattedrale di Ourense: vielle, ribeche, organistrum, arpe, salteri, flauti, mentre troviamo strumenti importati dagli arabi come rebab, liuti (ud) e chitarre moresche nelle Cantigas de Santa Maria conservate allEscorial nei pressi di Madrid. Moltissimi, e di estremo interesse, sono gli strumenti musicali che possiamo vedere raffigurati nelle miniature che abbellivano e valorizzavano le pagine dei libri delle Cantigas de Santa Maria - raccolta di oltre 400 canti religiosi dedicati alla Vergine Maria realizzata da Alfonso X di Castiglia e Leon, detto "El Sabio", durante il suo regno (1221-1284). Nelle miniature si possono ammirare numerosi strumenti sia di origine araba, che europei come in quella dei "suonatori di symphonia" (lo strumento è un diretto discendente dellorganistrum, semplificato per poter essere utilizzato da mendicanti e girovaghi) oppure salteri verticali derivati dallo strumento con il quale viene spesso raffigurato Re David rappresentati nelle Cattedrali galiziane. Ora dobbiamo supporre, quasi con certezza, che le popolazioni europee non conquistate dagli arabi abbiano rifiutato luso degli strumenti musicali dei conquistatori. Pertanto, strumenti come liuto, chitarre moresche, nacchere avranno sicuramente subito delle forti ostilità prima di essere assimilati nella nostra cultura. Poi non sappiamo di chi fu la mano e le origini dellartista che disegnò le miniature (forse fu un mozàrabe). Infatti possiamo vedere che costui attinse anche a forme di strumenti musicali della cultura araba ma, dato il contesto storico-religioso in cui fu realizzata la raccolta delle Cantigas, i cui testi sono in lingua galiziana, dobbiamo nutrire forti dubbi sul fatto che gli strumenti arabi raffigurati venissero utilizzati da popoli che avversavano linvasione combattendola sino alla "reconquista" e poi con le stragi che ne seguirono compiute dai "matamoros". Gli strumenti musicali rappresentati in mano agli anziani nel Portico della Gloria di Santiago de Compostela e nel Portico del Paradiso di Ourense sono, come già detto: vielle, ribeche (queste nella Cattedrale di Santiago), arpe, salteri orizzontali o verticali, flauti, trombe, citole e organistrum: tutti di svariate fogge, dimensioni e numero di corde (allepoca non esistevano "forme auree" per gli strumenti musicali). Poi, molto
interessante per la chiarezza dei suoi particolari, è lorganistrum (che nel Codice
Calixtino è citato con il nome di "rota britannica") che denuncia con le sue
tre corde lesistenza delle prime forme di polifonia in Europa e in particolare in
Galizia nei primi anni del secondo millennio. E importante tenere presente che il termine ribeca (o rebeca) esisteva già in Spagna prima dellavvento del rebab moresco; per cui tra i due termini cè solo una casuale assonanza, trattandosi di due strumenti musicali diversi. Possiamo notare con facilità che lo strumento "principe" rappresentato nei due Portici
è la viella con numero di corde che varia da tre, quattro o cinque (gli archetti non compaiono nel Portico della Gloria, dove, dei due anziani, uno accorda lo strumento mentre l'altro corregge la posizione del ponticello, ma sono ben rappresentati nel Portico del Paradiso). Sia nel Portico della Gloria di Santiago de Compostela che nel Portico del Paradiso di Ourense, possiamo notare lassenza di uno strumento come il liuto (di origine araba e presente solo nelle miniature delle Cantigas de Santa Maria) che nei secoli che seguiranno sarà largamente raffigurato sia in opere sacre che profane ed avrà, dopo avere subito molte modifiche sia nelle dimensioni che nelle accordature e numero delle corde, una sua importante letteratura che si protrarrà sino allepoca barocca. Pertanto, dopo avere analizzato sia il momento storico-religioso che laspetto iconografico, si può rispondere alla domanda iniziale che gli strumenti musicali da usare (e ricostruire) per eseguire le musiche ed accompagnare i canti delle Cantigas de Santa Maria, del Codice Calixtino, delle Cantigas de Amigo (Codice Martin), del Llivre Vermeill, che per secoli risuonarono lungo i Cammini dei pellegrinaggi verso i Santuari, sono: vielle, ribeche, arpe, salteri, organistrum, symphonie, citole, flauti e trombe ...e poi, per deduzione, sapendo che i pellegrini giunti alla meta si lasciavano andare a canti e danze sino allo sfinimento, non è remota lipotesi che usassero le vieiras (conchiglie che raccoglievano, come ricordo, nellultima tappa del pellegrinaggio sulle bianche spiagge di Finisterre) fregandole tra loro per segnare il ritmo della musica. | ||||
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